Il cerchio, simbolo tanto discusso e interpretato sin da tempi antichi, mi rappresenta.
Unica figura geometrica priva di angoli e spigoli, esprime armonia, equilibrio e ciclicità. L’imprecisione che caratterizza il mio cerchio indica il mondo a cui appartengo. Infatti, la filiera olivicola-olearia italiana presenta notevoli ed esclusive potenzialità, ma è storicamente gravata da frammentazioni e limiti di ogni natura. Con il proposito di ricercare la perfezione nella filiera e di incentivare la sua progressione, nasco nel 2021 a Bovino, un piccolo borgo situato tra i monti della Daunia, a 620 m s.l.m.
Il numero tre, al quale ugualmente sono state attribuite interpretazioni in ogni epoca, racchiude la mia forma ed espressione. In botanica, un’oliva è una drupa, un frutto composto da tre elementi, esocarpo, mesocarpo carnoso ed endocarpo lignificato (nocciolo). Agronomia, arte e sostenibilità sono le precorritrici della mia essenza.
Appartengo ad un oliveto gestito tramite buone pratiche e tanta consapevolezza.
L’inerbimento spontaneo permane tutto l’anno nell’interfila e nel sottofila, senza avere problemi di competizione idrica e combattendo l’erosione del suolo. Seguendo i disciplinari di produzione integrata regionali, vengono forniti i macro e i microelementi necessari per la salute dell’oliveto e per raggiungere un elevato standard dell’olio. Per quanto riguarda gli insetti dannosi ed altre patologie, si interviene solo quando strettamente necessario, nel rispetto e nella salvaguardia della biodiversità, adottando tecniche di monitoraggio.
La raccolta, tramite agevolatori meccanici e reti, avviene ad uno stato precoce di invaiatura per ottenere un maggiore contenuto di sostanze fenoliche ed essere meno soggetta ad attacchi di mosca dell’olivo e atmosferici, pur ottenendo una minore resa.
Nella fase di post-raccolta si garantisce sicurezza e qualità organolettica delle olive, effettuando una frangitura entro le 24 ore. A questo punto, mi trasformo in olio parzialmente denocciolato di alta qualità. Grazie al suddetto trattamento, si tende a ridurre la degradazione dei trigliceridi nel tempo e ad aumentare i componenti minori. Nel nocciolo, infatti, sono presenti enzimi che possono scatenare determinati processi metabolici che non favoriscono la buona conservazione dell’olio.
L’olio extravergine d’oliva ottenuto deriva dalla cultivar Leccino è fruttato di media intensità, con sentori erbacei e attributi di verde vegetale e mandorla, equilibrato, amaro e piccante delicate, ma allo stesso tempo decise e persistenti.
Sono diversa perché sono una drupa e un olio con carattere, rivoluzionaria e naturale. Il messaggio che voglio trasmettere si concretizza nel “meno è di più” (less is more): è arrivato il momento di rendere giustizia all’utopistico mondo dell’olivicoltura italiana!